Conserve del Borgo. La storia dei prodotti made in Borgorose

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Le conserve del borgo nascono da una bella storia di imprenditoria femminile made in Borgorose, nell’alta Valle del Salto, Proprio a confine tra Lazio e Abruzzo.

 

La nascita delle Conserve del Borgo

Il nome effettivamente rimanda alla birra più conosciuta, ma il motivo è presto detto: il borgo è sempre lui, Borgorose, il piccolo paese che ha visto nascere nel 2005 il primo birrificio di Birra del Borgo, quello di Colle Rosso, e che sette anni dopo ha dato i natali alle conserve di un gruppo di amici, guidati da due donne, che hanno avviato il laboratorio di trasformazione grazie a un finanziamento regionale destinato all’imprenditoria femminile. Oggi la proprietà delle Conserve del Borgo è passata in altre mani, si tratta però sempre di donne. Sono Alessandra Colle e Alessia Paladini, una commercialista e un’avvocatessa nella stessa società di ingegneria, che hanno deciso di dedicare parte delle loro giornate a fare conserve.

Conserve del Borgo

Il passaggio di proprietà

“Per noi rappresenta ancora un hobby.”, racconta Alessandra, “I ragazzi che c’erano prima se ne dovevano andare per motivi di lavoro, così lo scorso anno abbiamo preso in affitto il laboratorio e lo abbiamo risistemato. È dunque troppo presto, dato anche il lungo periodo di lockdown che c’è stato, per trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro”. La passione per le conserve, ad Alessandra, gliel’ha trasmessa Alessia:“Lei è la classica mamma che fa le merende in casa e le è sempre piaciuto sbizzarrirsi con le confetture e le conserve”.  Le ricette dei loro prodotti sono state, in parte, tramandate dai vecchi proprietari, in parte, sono frutto della loro fantasia e del legame col territorio circostante.

Il territorio e una piccola parentesi sul Cammino dei Briganti

Borgorose si trova nell’alta Valle del Salto, in provincia di Rieti, al confine tra Lazio e Abruzzo. Da qui si accede alla Riserva Naturale dei Monti della Duchessa, una delle zone montuose più selvagge del Lazio, con le fitte foreste di faggio che rivestono le pendici dei monti, ideale rifugio dei briganti che un tempo si riunirono in bande per sfuggire alla cattura delle truppe regolari sfruttando l’isolamento del luogo e le leggende su di esso. Pensate che oggi, ai briganti, è dedicato addirittura un cammino, e se siete in vacanza da queste parti vi consigliamo vivamente di scoprirlo. Il cammino è nato da un’idea di Luca Giannotti, guida professionista e scrittore che dà una lettura diversa della storia dell’unificazione d’Italia.

Cammino dei Briganti

Nell’introduzione della guida al Cammino dei Briganti (Edizioni dei Cammini) si legge: “Camminando ho imparato storie che i nostri libri di storia non raccontano. Come la verità di ciò che successe con l’unificazione dell’Italia, cioè con la discesa a Sud dell’esercito piemontese. Ho scoperto che i Borboni non erano così odiati dal loro popolo e che i Sabaudi furono subito un esercito di invasori violenti e prepotenti. E che i briganti molto spesso erano uomini e donne (briganti e brigantesse) che non accettavano questo nuovo invasore, e quindi si davano alla macchia, entravano in clandestinità, diventavano in qualche modo partigiani. La Storia come la si legge sui libri è sempre quella scritta dai vincitori, si sa. Camminando si possono invece imparare le contro-verità, e qui, lungo il Cammino dei Briganti, di storie ce ne sono tante. Belle e brutte”.

Conserve del Borgo

Come avviene la produzione

Ora, senza entrare nel merito della questione su chi fossero realmente i briganti, questo è un territorio che regala prodotti unici, tra cui il tartufo, sia bianco che nero pregiato, e la Castagna rossa del Cicolano. “Stavamo infatti pensando di iniziare la produzione di conserve di tartufi e della crema di castagne, ma se ne parlerà ormai il prossimo anno. Purtroppo il covid ha rallentato i nostri piani, ma non ci lamentiamo e andiamo avanti”. Effettivamente mentre stiamo intervistando Alessandra, le due stanno sbucciando e snocciolando a mano 47 chili di prugne. “Ci vorrà tutto il pomeriggio, poi andranno dritte nel nostro “Bimbone” – così chiamano il macchinario che sminuzza ortaggi e frutta – e una volta sminuzzate le mettiamo a macerare con zucchero e limone per la notte. Domani passeremo alla cottura, all’invasettamento e alla pastorizzazione”. Da quarantasette chili di prugne escono all’incirca centocinquanta vasetti di confettura di prugne e cannella, che poi vengono analizzati dal biologo ed etichettati per essere venduti al dettaglio o all’ingrosso.

Conserve del Borgo

Dove trovare le Conserve del Borgo

“Avevamo un grosso contratto con l’estero che ora, per forza di cose, è in stand by, così ci stiamo concentrando maggiormente sul territorio circostante anche per quel che riguarda le vendite. Usano i nostri prodotti molti ristoranti della zona e alcuni bed & breakfast del circuito del Cammino dei Briganti, tra cui La Residenza a Rosciolo e Ostello Casa Bella a Borgorose. Poi se le persone ci vogliono venire a trovare nel nostro laboratorio a Borgorose basta scriverci anche tramite Messenger”, suggerisce Alessandra.

Conserve del Borgo
Una gita che vale la pena fare, anche dopo che avranno attivato il loro e-commerce. Ma cosa vendono? Confetture di pesche alla vaniglia, di mele, noce moscata e cannella, di pere, zenzero e noci; e poi pesto di broccoletti piccante, o di zucchine e pomodori secchi. “Molti degli ortaggi sono di un’azienda agricola di zona(Azienda agricola Alessio Tolli, ndr), e in generale cerchiamo materia prima di cui conosciamo la tracciabilità, quasi sempre andiamo in prima persona a vedere come lavorano i papabili fornitori. A ogni modo il legame con la bellezza e i prodotti del territorio è e sarà sempre una costante nella nostra produzione”.

Borgorose (RI) – via E. Micangeli 32 – Alessia 3494628562 – Alessandra 3496776426 – conservedelborgo.com

 a cura di Annalisa Zordan
Fonte: 
https://www.gamberorosso.it/notizie/conserve-del-borgo-la-storia-dei-prodotti-made-in-borgorose/

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